Santa
Marta Parque de Tayrona
Che fare in un fine settimana lungo? Perché non fare una gita sulla costa caraibica?
Siamo appena tornati da Santa Marta o
meglio da un fine settimana immerso nella natura del parco Tayrona.
Da Bogotà, con un volo diretto di un'ora
circa, siamo arrivati nella città costiera di Santa Marta.
Un consiglio: se viaggiate di giorno,
scegliete, sia all'andata che al ritorno, un posto a sinistra
dell'aereo a fianco del finestrino. La pista, di decollo e atterraggio, corre
parallela alla riva, lungo la spiaggia; è uno spettacolo essere così vicino al
mare, a me ha dato un senso di libertà e tanta voglia di tuffarmi. Potrebbe
dare un po' di vertigine quindi se vi dà fastidio forse è preferibile scegliere
i sedili interni.
Quando si scende dall'aereo si viene
avvolti dal caldo della costa, se arrivi da Bogotà passi dai 15-18 °C a 35 °C o
anche 40°C. Ci si ambienta in fretta, fortunatamente è una città ventilata
quindi le alte temperature, all'ombra, sono accettabili.
Non abbiamo alloggiato a Santa Marta, ma
nel pueblo, villaggio, di Naranjos all'estremità orientale del parco, in una
meravigliosa finca, una tenuta, con una terrazza affacciata sulla foce del Río Piedras.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1YOulcfpU5MFgKcGkjOVXbiDbIsXk7AjMFilN3kmoQ5x47hlJmdT0aD_l5CtiFxOGM4150n5-6hXM2BJ1wZCpYwhBTYy3t_SXuaxOrkzUCIkLY2X-m7fGgqfI_-QUJ_gpSvWkLO6EbHFU/s320/DSC_0010.JPG) |
Vista del Rio Piedras dalla finca Barlovento |
Il nostro tassista, che poi diventerà il
mitico Jimmy, ci ha prelevato in aeroporto e ci ha portato alla finca. Il
villaggio di Naranjos dista circa un'ora e mezza in auto
dall'aeroporto, il paesaggio è piacevole e la strada scorrevole.
L'auto di Jimmy non è proprio comodissima,
non ha l'aria condizionata e ha anche qualche imperfezione, ad esempio la
maniglia interna dello sportello del mio lato è rotta e può essere aperta solo
dall'esterno, in effetti non è stato poi così male: avevo sempre un uomo che mi
apriva la portiera. Nonostante tutto, Jimmy ci ha portato anche nei posti più
impervi con il suo mitico taxi e durante il tragitto ci ha dato qualche
informazione sulla città e i posti vicini da poter visitare.
La finca Barlovento, questo è il nome,
offre diversi tipi di alloggi: camere con bagno privato, un balcone o un
patio se ci si trova al piano terra, oppure letti all'aperto.
Se desideri infatti addormentarti con il
sottofondo delle onde che si infrangono sulla riva, è il posto che fa per te.
La struttura è una struttura verticale che si innalza dalla parte rocciosa della
riva e dispone di diversi piani in cui sono sistemati i letti, non ci sono
pareti ma solo un tetto.
Molto romantico, suggestivo, naturale ma,
come dire, il fragore generato dalle onde del mare agitato che si infrangono
sulle rocce o sulla riva potrebbe essere, a mio avviso, un po' fastidioso a
lungo andare...
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgYk0Vm9SU1wvSChB7hs2voTRwplrOIGFU7V7tRGDcDtt0uKoAek0LRMgXl6J_TQaTTpkdGpFFipsAofe8Gx5zsyXhkon0oE6d_fZfxqC9mgK_cwlLCTDugk67MJftf3-2i0tu2Jm_6IC_/s320/DSC_0055.JPG) |
il dormitorio all'aperto |
Inutile dire che io ho scelto la prima
sistemazione :-)
Un senso di vicinanza con la natura si
prova anche in queste camere, il bagno infatti è quasi all'aperto, al posto
della finestra, nella parte alta, ha un'apertura con la doccia formata da una
grossa canna di bambù da cui scende l'acqua. Se la camera è al piano terra è un
po' strano farsi la doccia con gli uccellini che ti guardano dall'alto di una
palma.
La nostra camera si affaccia su un
giardino limitato da una piccola laguna a fianco del fiume e in lontananza si
sentono le onde del mare, il sottofondo così è molto più piacevole. Tutto
attorno ci sono palme e una fitta vegetazione, in giardino puoi godere del
cinguettio degli uccelli, vedere un picchio all'opera o un airone, che con
lentezza si sposta lungo il fiume, piccoli granchi blu uscire dalle loro
tane per mangiare o rane vivacemente saltellanti.
La parte più bella secondo me per
riposarsi, a qualunque ora, è la terrazza comune che fa anche da sala per la
colazione e la cena. Ha un lungo divano, sedie a dondolo e, ancora più
apprezzate, amache agli angoli... una meraviglia.
Questa terrazza ha un grande
tetto di foglie di palma ed è molto ventilata... da qui inoltre si possono ammirare
iguana che consumano il loro pasto tra i rami degli alberi di fronte o ammirare, da lontano, i caimani che nuotano nel fiume.
Non lo avevo detto? Questo luogo è un sito di protezione dei caimani e non ci sono protezioni tra gli alloggi e il fiume... a vederli da lontano mi sembrano così grandi... fortunatamente li ho visti solo da lontano.
Non c'è televisione, non c'è molto segnale
per i cellulari e anche il wi-fi è debolissimo, quindi la sera o durante il
giorno si possono riscoprire vecchi piaceri: si può leggere, chiacchierare con
gli altri ospiti o andare a bere qualcosa al bar sulla spiaggia.
Tra il fiume e il mare c'è una costruzione
in legno con tetto di foglie di palma che ospita il bar. Questo è gestito da un
ragazzo bogotano, super abbronzato e sempre indaffarato, in effetti la maggior
parte delle persone arriva poco prima del tramonto e dopo cena, lui quindi
corre a destra e a sinistra come una trottola con bicchieri colmi di cocktail
colorati e profumati per accontentare tutti nello stesso momento... non sempre
ci riesce, bisogna avere un po' di pazienza. Dal qui sorseggiando il cocktail,
quando finalmente ti è arrivato, puoi goderti un bellissimo tramonto sul
fiume con il sole che a man mano che scende si nasconde tra le fronde delle
palme per poi scomparire dietro la collina.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBjHguOxNbBgn-dm7hVASEjy7-aALj7wcr_igS0IteTWO5nncYzJrg9YpjwhRoQfEko5PDu-ezVIcOlWkibdqDxsbJr0YJ7jhORSwIQjfQ-BNXu3Z-WLBP1eJf3-BH4TjDxR3DxwNCTsqE/s320/DSC_0057.JPG)
Molte spiagge di questa costa sono bellissime ma purtroppo non è consigliabile
fare il bagno: le onde sono alte e la corrente, molto forte, trascina verso il
mare aperto, è inutile dire che sono spiagge senza bagnini. Anche la spiaggia
di fronte alla finca è una di queste. Si possono raggiungere a piedi spiagge
vicine ad esempio a circa 500 metri c'è la spiaggia chiamata Los
Angeles che è un po' più riparata, dove è possibile pranzare su tavoli di
legno, irregolari, coi piedi nella sabbia a prezzi economici o bere succhi
freschi. C'è anche un campeggio e la possibilità di noleggiare amache tra le
palme ... anche per dormire la notte.
Per raggiungere Los Angeles si è costretti
per un tratto a percorrere la strada principale asfaltata ma quando si arriva
al cancello è tutta un'altra storia: un giardino di palme e fiori ti investe
con colori brillanti: incantevole.
Arrivati alla spiaggia c'è un altro percorso da fare prima di stendersi sotto
una palma e bagnarsi i piedi, ed è quello per raggiungere il Mirador. E' un
percorso breve, 5 minuti, attraverso il campeggio si passa dalla spiaggia, ci
si addentra tra le palme e si sale un piccolo promontorio lì si trova una
torretta in legno il cui cartello dice
di non salire in più di tre persone... e gli darei retta, è un po' traballante
ma la vista è magnifica.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1hKAftYX54tNeGwwnVCjn_OlP8Yg1vLiwMps-Zq-37DKsv7jIqa3gpsdw5pV2GHSYEWn6b0QK2cMceYSwIoMPy2XheaOaBK-4UQMMPoe_OX_kDS91MEZNzPGGjzHlcbDbdccjs9RXjbYM/s320/DSC_0035.JPG)
Al ritorno da questa spiaggia, un consiglio: mentre camminate sulla strada
asfaltata guardate dove mettete i piedi
e non continuate ad ammirare le meravigliose fronde delle palme che brillano al
sole, perché indossando le vostre infradito perfettamente intonate con il
vestitino estivo, occhiali da sole ed il cappello a falda larga che sembra che
stiate camminando sulle stradine acciottolate di Saint Tropez, potreste cadere
rovinosamente al suolo, come ho fatto io , sbucciandovi il ginocchio; proprio
come succedeva quando si cadeva dalla bici la prima volta che si provava ad
andare senza le rotelle... e di tutta l'eleganza tropézienne non vi resterà che una piccola
lacrima di dolore, un ginocchio grattugiato e il cappello a falda larga.
Nonostante il ginocchio tumefatto e dolorante, il giorno dopo ci siamo diretti
al parco Tayrona.
Il grande parco di Tayrona si estende da
est a ovest per 35 km dalla Bahia de Tatanga a Santa Marta, fino alla foce del
Río Piedras. A nord il parco è delimitato dalle acque fresche e cristalline del
mar dei Caraibi e a sud dalla Sierra Nevada, la montagna costiera più alta del
mondo.
Si estende per ben 12000 ettari offrendo
così un ambiente molto variegato: spiagge bianchissime, mare azzurro, foresta
pluviale e zone aride. La parte occidentale del parco è arida con colline
spoglie di colore marrone chiaro e la vegetazione è caratterizzata dalla
presenza di piante, come i cactus, resistenti al clima; quella
orientale e quella centrale sono umide e ricoperte da foreste
pluviali.
Le pendici della Sierra Nevada di Santa
Marta, la montagna costiera più alta del mondo, affondano nel mare come le dita
di una mano gigantesca tra cui si formano baie e insenature di una bellezza
singolare...
Il parco è un'area protetta ed è abitato
anche da molti animali molti dei quali a rischio estinzione. Ci sono rettili come
la tartaruga verde, diverse specie di serpenti e gli
iguana, poi le scimmie, l'armadillo, una gran varietà di uccelli e altro
ancora, che si rifugiano all'interno della foresta per nascondersi dalla
rumorosa mandria umana che nei fine settimana o nelle festività assale questo
posto magnifico.
Se si ha il tempo, consiglio di
arrivare ad uno degli ingressi del parco tra le 8 e 8.30. Nei giorni festivi
tantissima gente si riversa in questo parco e
possono trascorrere ben due ore prima di entrare, noi ne abbiamo
impiegate così tante arrivando alle 8.30 in punto. Il modo migliore è scegliere
di visitarlo nei giorni feriali e in bassa stagione da febbraio a novembre.
All'ingresso del parco prima occorre fare la fila per ascoltare e vedere il
video informativo del parco e poi solo dopo aver preso "el tiquete de la
charla", che attesta la presenza alla sessione informativa, ci si può
mettere in fila in biglietteria... il tutto è abbastanza lungo considerando
anche che in biglietteria la stampa dei biglietti e la consegna dei
braccialetti è molto lenta.
Durante la presentazione del parco è possibile
acquistare il trasporto a cavallo per raggiungere le diverse spiagge. Il
biglietto ufficiale coperto dall'assicurazione per il trasporto a cavallo viene
venduto solo in questo momento quindi bisogna decidere prima di entrare se
approfittarne.
Il percorso all'interno del parco
dall'ingresso El Zaíno per arrivare alla prima spiaggia balneabile è fattibile
perché non si hanno grossi dislivelli ma può essere molto faticoso perché ci
sono salite e discese e fa molto caldo.
E’ necessario avere un paio di scarpe
comode chiuse, scarpe da ginnastica vanno benissimo se non si ha l'intenzione
di scalare la montagna , un po' di acqua per dissetarsi lungo il sentiero (una
volta arrivati nelle varie spiagge si trova da bere), macchina fotografica, occhiali
da sole, crema solare , repellente per insetti (questo sentiero è nella zona
umida del parco), un paio di ciabatte per quando si è in spiaggia, un telo e
una maglietta di ricambio.
Ovviamente se andate al parco per la
spiaggia indossate il costume da bagno!!!
Nel cammino abbiamo incontrato persone di
tutte le età: giovani e meno giovani, atletici e meno atletici, e intere
famiglie, qualcuno con zainetto e altri carichi come muli trasportando immense
borse frigo per il pranzo.
A vederli mi sono venuti in mente i
racconti dei miei genitori quando da piccoli con tutta la famiglia andavano al
mare portandosi dietro ombrelloni sedie a sdraio e ogni ben di dio tra cibo,
bevande e leccornie per passare la giornata in spiaggia. Così me li immagino in
fila dal più piccolo al più grande portando ognuno qualcosa.
Seguendo il percorso Arrecife, per arrivare alla prima spiaggia balneabile noi
abbiamo impiegato circa 1 h.
Nella nostra organizzazione improvvisata
abbiamo deciso di percorrere a piedi il tratto di strada dalla finca
all'ingresso del parco, circa 3 km, mentre gli altri ospiti hanno chiamato un
taxi o si sono lasciati accompagnare da un tour operator. Nonostante fossimo
pronti ad affrontare questa passeggiata, dopo 10 minuti di camminata un ragazzo
in moto si è offerto di accompagnarci ... e noi abbiamo accettato e tentato
questa avventura spericolata a bordo di una motoretta in 3... il pilota con
casco e noi no. Nemmeno da giovanissima, quando si pensava al pericolo e alle
conseguenze con leggerezza, avrei fatto una cosa del genere...
Il ragazzo, che così si è guadagnato due
soldini, è stato molto prudente e in pochissimo tempo siamo giunti a
destinazione. Direi che è andata bene ... altro che 3 km a piedi!!!
Dall'ingresso del parco ci sono altri 4 km che puoi decidere di fare a piedi o
con una navetta. Ovviamente dopo le ore in fila occorre aspettare anche che si
riempia la navetta prima di procedere. Fortunatamente dietro di noi c'era una
numerosissima famigliola che ci ha permesso di aspettare solo poco minuti. :-)
La navetta lascia i passeggeri all'inizio dei percorsi e davanti allo
stazionamento dei cavalli. Un percorso molto più leggero e in piano è quello che
porta alla spiaggia Cañaveral. In questa spiaggia è vietato fare il bagno a
causa delle forti correnti. Però qui la spiaggia è attrezzata e potete trovare
un ecolodge, un campeggio e anche una spa. Così è scritto nella mappa del
parco, noi abbiamo scelto l'altro percorso, questa volta nessuno ci ha dato un
passaggio :-).
L'altro percorso porta ad Arrecife dove è
possibile trovare un po' di ristoro, c'è da dormire, in campeggio e su amache,
e un ristorante.
Dopo esserci riposati e reintegrato i
liquidi abbiamo continuato il percorso e siamo arrivati alla spiaggia La
Arenilla per fare un bagno rigenerante.
Questa spiaggia si trova in una piccola
insenatura l'acqua è cristallina e fresca. Il tempo di trovare un piccolo
spazio all'ombra sotto i rami degli alberi e ci siamo tuffati... una meraviglia.
Fortunatamente la spiaggia non era affollatissima anche perché molti scelgono
di raggiungere prima le altre spiagge più famose come La Piscina o El Cabo e
anche perché gli spazi all'ombra non erano tantissimi e credetemi stare al sole
è veramente difficile, in effetti siamo ai Caraibi e il sole scotta.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiw0qnsndx6wzG64cKDFjVEuUMpBOWnHOsuVL5b240wIoVHLOguy8OkinP6XxSNA5r4g_MBxvbETf8OXcCLaOYwhO8chB9EsSam3jzxQLQMUP1UXHOxMVhdP64fNLiXla5ctohj9H5JEZYL/s320/20160814_120631.jpg) |
spiaggia la Arenilla |
In questa
spiaggia sotto le fronde degli alberi trovano spazio un banchetto dove
preparano arepas ripiene, quello dove servono bevande fresche e quello dove ti
preparano, al momento, una spremuta di arance... dopo una lunga passeggiata il
succo d'arancia è speciale! Le arance sono squisite e il succo appena spremuto
ne risalta tutta la bontà...
D'altro canto, come nelle migliori
tradizioni, dopo la fatica del percorso e una volta rigenerati dal succo e dal
bagno con la pelle ancora fresca e stesi all'ombra di un albero ci si merita
una birra gelata.
Ci siamo fermati un po' qui, poi abbiamo proseguito lungo la spiaggia per
raggiungere La Piscina una baia profonda dove è possibile nuotare e fare snorkelling.
Dopo altri venti minuti prendendo un altro
sentiero siamo arrivati alla famosa spiaggia di Cabo San Juan del Guía
bellissimo promontorio, una spiaggia bianchissima, un mare meraviglioso e poco
profondo, le palme cariche di cocchi che quasi brillano al sole
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJbQx_eGsrTD1q0D8AUKvvdB74H2PLLoR4-3RKf-hdwNQWGms5ziI-2gjmLRzqit20fTspEgsBi05GFjNjhvW1j65hAyk2yDGBhg3rXa3IGVbSZ1vO8atGZsMifzLXzBoMzsRShzjnSQP6/s320/20160814_134713.jpg) |
spiaggia El Cabo |
... dal quale però siamo fuggiti.
Il posto richiama talmente tanta gente che
per poter proseguire sulla spiaggia bisognava camminare letteralmente
sopra le persone che ovviamente si ammassavano in tutti gli spazi all'ombra
disponibili...
Qui c'è un campeggio, un ristorante, un
bar e delle amache che si possono noleggiare anche per la notte, montate su di
una costruzione in legno sul promontorio, di fatto in mezzo al mare.
Ci siamo fermati alla fine nella spiaggia successiva, Bocas del Saco, praticamente deserta, ci siamo accoccolati sulla sabbia sotto le fronde di un albero vicino al mare, la brezza leggera proveniente dal mare ci ha conciliato anche un riposino. Gli unici rumori sono quello delle onde che si infrangono sulla battigia e il vento tra le fronde degli alberi.
Occorre ricordarsi di portarsi qualche bibita o qualcosa da mangiare perché in questa spiaggia non c'è proprio nulla.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIsYwvUTiJ0e5Y5wmGfyEFM84zmjHWTq-G6I3Gcmj5gcDeV2jAQnwHU9p6PFtn54l_jd_Pg4QtB3jRakkd9Oq-_CeAairfC1Nx3jp4vT_ZhP5sV_A_fXCuZtrN3GuU3FKAO7X54yBHFo7L/s320/20160814_135645.jpg) |
Bocas del Saco |
Da El Cabo parte un altro sentiero che si inerpica nella foresta per
raggiungere il sito archeologico di Pluebito. Qui si trovano le tracce di uno
dei primi insediamenti di Tayrona. Il percorso è molto più difficile e lungo.
Noi per questioni di tempo non ci siamo andati.
Abbiamo affrontato il ritorno
soffermandoci ogni tanto a farci un bagno dove era possibile. Usciti dal parco
dovevamo affrontare la camminata fino alla finca, sempre i 3 km
precedenti, come all'andata. Eravamo carichi e ci sentivamo in forma, il
ragazzo in moto ovviamente non c'era più ma abbiamo trovato lo stesso un
passaggio. Tre ragazze che alloggiavano nella nostra stessa finca ci hanno
riconosciuto e si sono fermate per farci salire con loro, così abbiamo
condiviso il trasporto...Direi che è andata bene ... altro che 3 km a
piedi!!!
Il giorno successivo abbiamo seguito il consiglio di Jimmy, il tassista, quello
che ci aveva prelevato in aeroporto, è venuto a prenderci per portarci in
un'altra spiaggia, fare un breve giro nella città, pranzo e poi in aeroporto.
Avevamo ancora tutto il giorno davanti, l'aereo sarebbe partito solo in serata.
Il tassista prima di accompagnarci in aeroporto ci ha portato a Bahía
Concha.
La spiaggia si trova al limite del parco
nei pressi di Santa Marta e ci si arriva prima attraversando un quartiere
nuovo, ma ancora in costruzione, fatto di casette basse e a volte irregolari
poi percorrendo una strada sterrata fino all'ingresso del parco.
Prima di arrivare alla spiaggia e dopo
l'ingresso del parco ci sono ancora un paio di km di sterrato e sabbia, a
tratti delle piccole dune di sabbia. Il tassista non si è perso d'animo ha
guidato tra la polvere e le sabbia e anche quando ci siamo bloccati ha
coinvolto dei ragazzini che passavano di là per spingere l'auto. Un rally a
Santa Marta! Molti percorrono questo tratto anche a piedi , in bici, forse
quando sono nel tratto sabbioso se la caricano in spalla, o in moto facendo
delle gimcane su un tracciato immaginario che sembra che debbano cadere da un
momento all'altro ...
A Bahia Concha è anche possibile
noleggiare il trasporto tramite una barca per raggiungere una piccola baia poco
distante dove è possibile fare snorkelling (Bucéo a pulmon in spagnolo) e
ammirare la barriera corallina.
Arrivati al parcheggio Jimmy ci ha
indirizzato verso il lato della spiaggia meno affollato e ci ha dato appuntamento
dopo due ore. Noi ci siamo rilassati, rinfrescati e dissetati.
Al ritorno prima di portarci a fare un giro per Santa Marta ci ha regalato due
birre gelate scusandosi per il disagio dovuto al rally nella sabbia. Noi non
eravamo affatto dispiaciuti... è stato avventuroso e ci siamo fatti anche due
risate :-)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJDHIDnwT6dKHP9OQZQeeoOBAmy9dkiz_XuT0G0uq-RRLEj52Vwo7vhmRiUdJOhLftba4xrJjThAuRCfOc_1Q-ECGsp-uEu0T6LcbAxlVOrB85fBU_732mdHUOkue5GWr8T3HUpOgYnBNC/s320/20160818_085919_modif.jpg) |
Mitico Jimmy |
Da Santa
Marta è possibile raggiungere il villaggio Minca, che si trova a 600 metri di
quota nella Sierra Nevada e il sito archeologico della Ciudad Perdida che
si trova nel cuore della Sierra Nevada di Santa Marta.
La Ciudad
Perdida è la più grande città tayrona tra quelle rinvenute. I tayrona sono una
delle comunità native dominanti in epoca precolombiana più evoluta. Per raggiungere questo sito occorre
fare un’ escursione di 4 o 6 giorni e assolutamente bisogna rivolgersi ad una
agenzia autorizzata.
Deve essere
un luogo molto affascinante spero di poterlo visitare presto e raccontarvi di
più.
Santa Marta è il capoluogo del
dipartimento della Magdalena ha poco più di 380.000 abitanti e si affaccia sul
mar dei Caraibi. E' una delle città più antiche della Colombia. Era una piccola
città che nel periodo più duro della guerriglia ha visto raddoppiare la
popolazione a causa dello spostamento di migliaia di persone provenienti dalle zone
interne che cercavano rifugio sulla costa.
Il centro storico è molto carino,
costituito da strade strette e basse costruzioni di epoca coloniale. La città
si sviluppa in lunghezza al lato del lungomare e della spiaggia.
Si respira un'aria tipica delle città sul mare ed è piacevole trascorrervi una
giornata.