venerdì 18 novembre 2016

Villa de Leyva il gioiello di Boyacá

Villa de Leyva




È una città colombiana del dipartimento di Boyacá ed è stata riconosciuta come monumento nazionale nel 1954.

E' un gioiellino incastonato tra le vette della cordigliera orientale, con paesaggi differenti tra loro che vanno dall'altopiano solcato dai fiumi Sutamarchán, Sáchica y Cane che confluiscono nel fiume Moniquirá,fino alla zona desertica.

Questa città è famosa perché conserva la sua architettura in stile coloniale. La grande piazza centrale è attorniata da edifici di quest’ epoca, tutti su due piani con balconcini e terrazze e muri intonacati di bianco. Ci si può fermare in uno dei locali sotto i portici o dentro i minuscoli bar e sbirciare dalla porta il passeggio in piazza mentre si sorseggia un caffè o una cioccolata.
Il clima è piacevole, primaverile tutto l'anno.
Si respira un'aria d'altri tempi e le strade acciottolate ne arricchiscono il sapore.





Questo romanticismo è turbato dalla difficoltà di camminare nelle viuzze del centro.
Il problema è che su questi ciottoli non è facile camminare sono di dimensioni differenti con solchi di varia profondità tra l'uno e l'altro. Attenzione! Non è possibile camminare e guardarsi attorno perché si rischia di cadere o slogarsi una caviglia.
Mi sono chiesta infatti se le ragazze di qui indossano scarpe i tacchi... non ne ho vista neanche una: anche per gli abitanti il ciottolo è rischioso …

Oltre agli ottimi ristoranti della città i dintorni offrono varie tipologie di attività. Si può andare a cavallo, fare un'escursione alla laguna Iguaqué, o fare un giro in bicicletta o su un quad per le strade polverose nelle campagne che circondano la città.

La laguna di Iguaqué è un parco naturale santuario della flora e della fauna. Per raggiungere la laguna di Iguaqué occorre fare una bella camminata a piedi per il bosco, è una vera e propria escursione di difficoltà media che termina alla laguna: un lago naturale che custodisce il segreto della vita, secondo la leggenda del popolo indigeno dei Bachue. 
Si dice che il paesaggio è molto bello però occorre arrivare presto la mattina perchè fanno entrare solo un numero determinato di persone e, se fate come noi che vi perdete per raggiungere l'entrata del parco, non potete più entrare.

A 15 km dalla città è possibile visitare le cascate della Periquera. E' alta 15 metri ed è seguita da altre 6 cascate più piccole. Il nome Periquera si deve al fatto che nella zona venivano coltivati alberi con frutti deliziosi amati dai pappagalli. Alcuni punti però della cascata sono chiusi perché, purtroppo, spesso si sono verificati incidenti anche mortali perché gente incauta ha tentato di sfidare la cascata.

Nei dintorni della città è possibile visitare anche i pozos azules. Sono pozzi artificiali che cambiano colore con il tempo e se c'è il sole sono di un azzurro profondo. Si trovano nella zona desertica e sono circondati da un bosco di pini. Il colore è dato dai minerali contenuti nell'acqua e non è permesso fare il bagno. Si raccomanda di visitarli in una bella giornata assolata, altrimenti non hanno nulla di interessante.

Nella zona intorno alla città sono stati ritrovati anche dei fossili appartenenti all'era dei dinosauri. A fianco del centro di ricerca paleontologica si trova El Fósil dove si trova il fossile intatto di un dinosauro, cronosauro precisamente, risalente a 120 milioni di anni fa. E' l'esemplare più completo di rettile marino mai ritrovato. Il fossile è stato lasciato lì dove è stato trovato ed il museo, che conserva altri ritrovamenti fossili, è stato costruito attorno.



Nei dintorni si trova anche El Infiernito, un osservatorio astronomico costruito dal popolo indigeno dei muisca. Il sito è formato da innumerevoli pietre poste verticalmente al terreno e disposte secondo i punti cardinali. Una delle interpretazioni è che questo luogo rappresentava il centro cerimoniale dove la famiglia Muisca si connetteva con il cosmo.

Vicino a Villa de Leyva ci sono altre città interessanti:





Sutamarchan  piccolo centro abitato che merita una fermata all'ora di pranzo. E’ la capitale della longaniza. La longaniza è una salsiccia tipica di questa regione: è un budello riempito con carne di maiale macinata grossolanamente, condita con spezie e lasciata riposare nella birra. La strada principale del paese è piena di locali che hanno la griglia sulla strada e i tavolini sotto ad un tendone. Sono uno attaccato all'altro ed energici “butta dentro” sventolano bandierine colorate per attirare la vostra attenzione Potete scegliere il locale che più vi ispira. Uno vale l'altro, anche se il più famoso è “ El Fogata”. Per poter assaporare al meglio i prodotti cucinati alla griglia è preferibile ordinare una “picada” una grigliata mista con patate, platano e arepas. Attenzione le porzioni sono abbondanti, quella per una persona è sufficiente per due.
Direi che è un'ottima sosta per il pranzo.

Raquirá è un paese famoso per la lavorazione della terracotta, meglio definita come la capitale colombiana della terracotta. La piazza dove si affaccia la chiesa è contornata da grandi statue di terracotta che rappresentano persone nella loro la vita quotidiana, e tutto intorno ci sono tanti negozi multicolori di artigianato che vendono terracotte di tutti i tipi: statue, oggetti per la cucina, pentole, soprammobili. Ma non solo: in questi negozi, che vendono tutti più o meno le stesse cose e ne sono stracolmi, si trovano anche borse, amache, ceste, poncho, gioielli o decorazioni in legno. Oltre ai negozi ci sono i veri e propri laboratori di vasai dove è possibile assistere al processo di produzione o fare il proprio vaso di terracotta.

Chiquinquirá è considerata la capitale religiosa della Colombia poiché nella sua chiesa è custodita un’ immagine della Vergine a cui sono attribuiti poteri miracolosi e questo richiama pellegrini da tutto il mondo. E' un dipinto realizzato a metà del 1500, però data la scarsa qualità dei materiali che furono utilizzati iniziò a sbiadire in poco tempo e per questo fu messo in un magazzino. Verso la fine del 1500 una donna molta devota trovò il quadro e cominciò ogni giorno a dedicare una preghiera e, come per miracolo, quell'immagine strappata e sbiadita ritornò all'antico splendore; da allora la sua fama è cresciuta rapidamente. Tra i prodotti artigianali da ricordare meritano attenzione le chitarre in legno costruite a mano secondo una tradizione che si passa da padre in figlio.


Tunja è un centro universitario ed è il capoluogo del dipartimento di Boyacá. Questa cittadina ospita diverse chiese, con le decorazioni tipiche della Spagna cristiana tra i secoli XII e XVI, caratterizzate da influenze islamiche come dimostrano i tipici soffitti a cassettoni, e diverse residenze dell'epoca coloniale. Queste residenze conservano ancora soffitti colorati con immagini bizzarre che combinano motivi provenienti da diverse culture: scene mitologiche, figure umane, animali, piante o stemmi. Una di queste è appartenuta al notaio Juan De Vargas che possedeva una biblioteca dove conservava libri delle diverse culture europee, sull'architettura, sulla natura e sulla religione e si pensa che i pittori si inspirarono alle illustrazioni di questi libri per le decorazioni dei soffitti delle case. Dato che le illustrazioni erano in bianco e nero i colori vivaci sono il frutto della fantasia degli artisti stessi.



Un luogo di interesse storico è il Ponte de Boyacá. Si trova sulla strada che da Tunja porta a Bogotà. E' un enorme monumento che celebra la vittoria in questa zona dell'esercito di Simón Bolívar, il 7 agosto del 1819, contro le truppe spagnole. Il monumento è una scultura di 18 metri sormontata dalla statua del condottiero e attorniata da cinque angeli che rappresentano i cinque paesi così detti bolivarianos: Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia. Anche se si fa riferimento al ponte dove fu combattuta la battaglia, oggi il ponte non esiste più.

Sulla strada per Bogotà si incontra anche la cittadina di Ventaquemada, famosa per la produzione delle"Arepas" Boyacenses. L’ arepa in questa zona viene preparata con farina di mais giallo, zucchero, formaggio fresco e burro. Sono squisite.



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